Il tecnico della Roma non si accontenta dei quattro successi consecutivi, ma raccomanda calma: "La gara di domani è un grande ostacolo, ma un successo non vorrà dire consacrazione". E su Blanc: "Parlo solo di calcio, questo non è calcio"
ROMA, 12 novembre 2010 - State calmi. In città si è sparsa la voce che quella di domani sera a Torino potrebbe essere la gara della definitiva consacrazione giallorossa, del rilancio della Roma verso lo scudetto. Ranieri, che dovrà fare a meno di Pizarro, Juan e Perrotta, cerca di volare basso, nonostante si tratti della Juve, la squadra da cui si è sentito tradito. "Non è la sfida verità, è un grande ostacolo. Non saranno questi novanta minuti a dire se siamo o no da scudetto. Questo gruppo è andato due volte a un passo dal titolo, ha grinta e qualità, ma dobbiamo continuare a pensare partita dopo partita".
LA QUADRATURA DEL CERCHIO — E partita dopo partita Ranieri ha capito che il 4-3-1-2 è il modulo più giusto per la Roma di oggi. Menez dietro a due punte, dunque? "Menez si esprime bene ovunque. Sono sempre in contatto con lui: lui ha fiuto, io pragmatismo, quindi ci accordiamo. È ancora un potenziale campione, ma sta migliorando tantissimo. Per lui questo sarà un anno importantissimo". In attacco si abbonda di campioni: Totti, Borriello, Vucinic, Menez. "Si doveva migliorare la rosa. Se si vuole competere per tre obiettivi, non bisogna avere valide alternative ma validi campioni. Nessuno è di troppo, dipende dai momenti e lo stato di forma". Certo però, mandare in panchina Totti non dev'essere semplice. Ranieri non è d'accordo: "Mandare Totti in panchina non è difficile, io penso a fare solo il bene della Roma e lui è come gli altri, anche se ci capiamo al volo. Personalmente trovo più doloroso non convocare Antunes che si allena come un ossesso". Totti contro Del Piero. Ranieri li conosce bene entrambi. "Rendono le cose difficili di una facilità estrema, fanno innamorare i propri tifosi e anche quelli avversari, un dono che hanno in pochi. Chi butto dalla torre? Beh, alleno la Roma, come volete che risponda?".
NESSUNA VENDETTA — Si parla di Juventus. "Noi più in forma di loro? Non direi, siamo ancora sotto in classifica e dobbiamo vincere. Io voglio vincere, sia che si tratti della Juventus sia di un'altra squadra. Stiamo parlando di una grande squadra che lotta e si impegna fino alla morte e ha giocatori che possono risolvere la gara in qualunque momento, li conosco bene. Dovremo stare molto attenti e non sbagliare nulla". Quando gli si chiede di Blanc, che lo ha accusato di essere stato il responsabile della crisi Juve, il tecnico giallorosso è sintetico: "Non parlo di queste cose, parlo di calcio e questo non è calcio". Parliamo dunque di Aquilani: "Io lo vedevo quando stavo al Chelsea e aveva 16 anni... È un giocatore splendido, un campione eccezionale. Spero siano finiti i suoi infortuni". In panchina c'è Delneri che l'anno scorso con la Samp fece perdere alla Roma lo scudetto: "È un grande allenatore ma non c'è sentimento di rivalsa per quella partita. Le motivazioni in gare così vengono da sole e come in ogni gara dobbiamo trovarle dentro di noi". E dei suoi giocatori Ranieri si fida: "Quando le cose vanno male questo gruppo non ci sta e reagisce, lotta. Questo mi inorgoglisce molto".