Steve Ballmer lo ha ammesso senza falsi pudori: nell’arena delle piattaforme mobili, Microsoft è al quinto posto. Nessun giro di parole, nessuno scioglilingua diplomatico per nascondere quello che è sotto gli occhi di tutti: Redmond non riesce a replicare sugli smartphone ciò che di buono ha fatto per i Pc.
Ballmer non ha chiarito cosa non funzioni nella ricetta di Windows Mobile e ha puntualizzato che non c’è nessun motivo politico dietro alla decisione di mandare in prepensionamento il 47enne Robbie Bach, (ex) presidente della divisione Microsoft Entertainment and Devices (ma allora perché non rimpiazzarlo?). Ma ha detto a chiare lettere che Microsoft ha perso un intero ciclo disviluppo.
L’impressione è che al di là del fenomeno iPhone, Ballmer sia infastidito dalla lenta ma inesorabile scalata di Google, che con Android sta facendo quello che Microsoft avrebbe dovuto fare con i cosiddetti Windows Phone. I dati comunicati recentemente da Gartner parlano chiaro: in un anno le quote di Windows Mobile sono scese dal 10,2 al 6,8%, mentre Android è balzato dall’1.6 al 9.6%.
A questo punto sorge spontaneo chiedersi che cosa ne sarà della divisione Mobile di Microsoft (una domanda che torna ciclicamente); difficile pensare a colpi di testa, il settore della mobilità è sempre più strategico (per quanto Ballmer continui a sostenere l’immortalità del Pc), mollare ora significherebbe buttare al vento milioni di investimenti.
Più facile pensare a una sterzata radicale (soprattutto ora che è lo stesso Ballmer a timonare la nave), i cui risultati, però, si vedranno solo più in là nel tempo. In pratica dopo l’uscita di Windows Mobile 7. Un sistema operativo annunciato forse con troppo anticipo e che rischia a questo punto di essere già vecchio prima ancora di nascere.